Prof. Claudio Bilato
Secondo le nuove Linee Guida i livelli di colesterolo da raggiungere si sono ulteriormente abbassati.
Approfondisce l’argomento il professor Claudio Bilato degli Ospedali dell’ovest vicentino.
Secondo le nuove Linee Guida i livelli di colesterolo da raggiungere si sono ulteriormente abbassati.
Approfondisce l’argomento il professor Claudio Bilato degli Ospedali dell’ovest vicentino.
Dislipidemie: la gestione ottimale dei pazienti a rischio passa per l’elevata aderenza alla terapia.
Nei pazienti pluripatologici a rischio alto e molto alto c’è scarsa aderenza terapeutica, spiega il Dott. Scicali specialista in Medicina Interna Ospedale Garibaldi Nesima di Catania.
Nella pratica clinica la percentuale di pazienti ad alto rischio cardiovascolare che vengono portati a target di C-LDL è molto bassa.
Il professor Claudio Ferri del Centro di Ipertensione e Prevenzione Cardiovascolare dell’Aquila illustra come il miglioramento dell’aderenza terapeutica possa essere fondamentale nella risoluzione di alcune problematiche cardiovascolari.
Se sembra semplice sensibilizzare sul tema delle dislipidemie i pazienti con forme familiari di ipercolesterolemia o che hanno avuto eventi cardiovascolari o cerebrovascolari in età molto precoce, più complesso è sensibilizzare quei pazienti di media età che godono di buona salute e che, per questo, consultano più raramente il medico curante.
Approfondisce l’argomento la dott.ssa Cipriani, Cardiologa ad Alatri (Fr)
Circa il 70% dei pazienti dislipidemici non è a target e spesso questo è dovuto ad un problema di sensibilizzazione da parte della classe medica.
Ne parla il Dott. Lazzeroni del Centro Riabilitativo Don Gnocchi di Parma, che sottolinea come anche l’OMS chiede ai medici di dedicare tempo all’educazione dei pazienti alla percezione del loro livello di rischio.
Numerosi pazienti con rischio cardiovascolare alto o molto alto non riescono a raggiungere gli obiettivi terapeutici.
Il dott. Fresco del Dipartimento di Scienze Cardiotoraciche dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia di Udine cerca di chiarire quali possono essere i motivi che concorrono al fallimento terapeutico e suggerisce alcune possibili strategie risolutive.
Spesso i pazienti non sono consapevoli dei rischi legati a valori elevati di colesterolo LDL e alle dislipidemie.
Per questo motivo potrebbe essere importante sviluppare dei servizi a supporto dell’aderenza terapeutica. Lo spiega il dott. Werba, Responsabile Unità di Ricerca Prevenzione dell’aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino di Milano.
Per prevenire la malattia cardiovascolare, soprattutto nei pazienti ad alto e altissimo rischio, bisogna abbassare quanto più possibile i livelli di colesterolo. Il dott. Papa dell’UOC cardiologia “Dono Svizzero” di Formia (Lt) chiarisce quali sono, secondo le Linee Guida ESC/EAS 2019, i livelli target di c-LDL e quali le strategie terapeutiche più efficaci per il loro raggiungimento.
L’algoritmo terapeutico per le dislipidemie prevede la conoscenza del rischio cardiovascolare e dei valori di c-LDL. Sulla base di questi valori è possibile stabilire se basta seguire regole di vita e alimentari sane o se è necessaria una terapia farmacologica, e nel caso, se è sufficiente una monoterapia o se affrontare già il trattamento con l’associazione di due farmaci antidislipide. Di questo ne parla la Dott.ssa Rosanna Pes, direttore cardiologia terapia intensiva dell’Ospedale Civile di Olbia.
Nel corso degli anni i target terapeutici da raggiungere nei pazienti ad alto e altissimo rischio sono stati abbassati, e questo ha reso necessario l’utilizzo di terapie ipolipemizzanti sempre più energiche, costituite anche da differenti farmaci che si integrano nel loro meccanismo di azione al fine di coniugare efficacia e tollerabilità. Questo argomento è approfondito dal Dottor Carlo Picani, responsabile reparto cardiologia interventistica ed emodinamica dell’ospedale Vito Fazi di Lecce.
La scarsa consapevolezza del proprio rischio cardiovascolare, l’intolleranza al trattamento e la necessità di assumere più farmaci sono gli aspetti che impediscono il raggiungimento dei target terapeutici nei pazienti affetti da dislipidemie. Ne parla il dott. Mario Arieti cardiologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova.
Recentemente l’ipercolesterolemia è stata promossa da fattore di rischio a causa dell’aterosclerosi. Ridurre i valori di colesterolo porta ad una riduzione delle malattie cardiovascolari. La dott.ssa Mor, Responsabile degenze cardiologia Fondazione Poliambulanza di Brescia, spiega come non esista un valore di colesterolo al di sotto del quale il rischio cardiovascolare si azzera e come sia quindi importante instaurare nei pazienti terapie ipolipemizzanti efficaci.
Ogni anno in Europa si ammalano di malattie cardiovascolari 11 milioni di persone. Angina, infarto e isctus sono le patologie di tipo ischemico che, all’interno delle malattie cardiovascolari rappresentano l’ambito più importante. Nel suo intervento il Dott. Daniele Grosseto, Cardiologo dell’Ospedale degli Infermi di Rimini, spiega quali sono le cause dell’insorgenza di queste patologie e quanto sia importante identificarne i fattori di rischio al fine di mantenerli costantemente sotto controllo.
L’aderenza alla terapia è fondamentale per il raggiungimento dell’effetto farmacologico desiderato. A questo scopo è necessario che lo Specialista e il Medico di Medicina Generale trasmettano la necessità e la sicurezza del farmaco prescritto, rendendo il paziente protagonista attivo nella gestione della terapia. Di questo parla il Dott. Carlo Andrea Stazi, Cardiologo dell’Ospedale Belcolle di Viterbo.
Le associazioni precostituite di farmaci, oltre che risultare ben tollerate dai pazienti risultano efficaci nel ridurre i valori del colesterolo LDL fino al 65% rispetto al valore iniziale. Il Dott. Antonio Centola, Cardiologo presso la Struttura complessa di cardiologia del Policlinico Riuniti di Foggia, spiega come questo sia dovuto al fatto che le associazioni sono composte da farmaci che inibiscono la sintesi endogena del colesterolo e da farmaci che ne inibiscono in maniera selettiva l’assorbimento a livello intestinale.
Il Dott. Raffaele Megna, Cardiologo dell’ospedale M. G. Vannini di Roma, illustra quali sono i livelli target di colesterolo LDL definiti dalle nuove linee guida europee per la gestione delle dislipidemie e sottolinea come sia compito dei medici intervenire per far capire ai pazienti l’importanza del raggiungimento del corretto valore di C-LDL nella prognosi delle malattie cardiovascolari.
Il colesterolo LDL è riconosciuto essere fattore causale di eventi cardiovascolari per questo motivo il Dott. Ferdinando Varbella, Direttore del Dipartimento Medico ASL Torino 3, nel suo intervento sottolinea come sia importante non tanto valutare la colesterolemia totale quanto i valori di C-LDL, anche in chi non ha mai avuto un evento.
Più dell’80% dei soggetti ad alto rischio cardiovascolare non raggiunge i livelli target di C-LDL. Il dottor Giulio Binaghi, cardiologo dell’azienda ospedaliera AoBrotzu di Cagliari nel suo intervento sottolinea come per raggiungere il controllo dei livelli di C-LDL la terapia farmacologica debba essere accompagnata da uno stile di vita corretto ma anche come sia necessario avere a disposizione per questi pazienti terapie più aggressive rispetto a quelle attualmente utilizzate.
Quale il miglior approccio terapeutico al paziente affetto da dislipidemia a rischio cardiovascolare alto o molto alto? Ne parla il Prof. Gaetano Maria De Ferrari, direttore della Cardiologia Universitaria Città della Scienza e della Salute all’Ospedale Molinette di Torino, sottolineando come spesso sia necessario l’utilizzo di combinazioni di farmaci che con il loro effetto sinergico consentono di raggiungere con maggiore efficacia i livelli target di C-LDL.
Anche in questo periodo di emergenza sanitaria, è importante che i pazienti con sindrome coronarica acuta si rechino tempestivamente in ospedale, specialmente quelli a rischio cardiovascolare elevato o molto elevato. Di questo parla il dottor Ciro Mauro, Cardiologo Utic del Cardarelli di Napoli Giulio Binaghi, sottolineando come ormai a fini di garantire la sicurezza dei pazienti la maggior parte dei pronto soccorso ospedalieri, ha ormai acquisito un triage differenziato per pazienti sospetti COVID e non COVID.
Nei pazienti a rischio cardiovascolare alto o molto lato, il target di C-LDL è raggiunto soltanto nel 20-25% dei casi e questo è prevalentemente dovuto al fatto che, essendo pazienti in politerapia a causa delle comorbidità presenti, l’aderenza alla terapia risulta essere bassa. Il Dott. Franco Pazzucconi, Medico del Centro Dislipidemie dell’Ospedale Niguarda di Milano, indica alcune strategie che possono essere considerate per risolvere il problema quali l’uso di polipillole e la necessità di motivare il paziente rendendolo partecipe della scelta terapeutica.
Sembra un gioco, ma è qualcosa di assolutamente importante: non solo ti farà scoprire comportamenti e credenze che minano la tua lotta al colesterolo ma le tue risposte, unite a quelle di tanti pazienti con lo stesso problema, ci permetteranno di comprendere come aiutare al meglio te e gli altri.